Costi e burocrazia: il “cruccio” dei Temporary Shop

Oggi invece, abbiamo pensato di affrontare il “meraviglioso” mondo della burocratica che, se hai avuto la meravigliosa idea di aprire un Temporary Shop, dovrai conoscere. Come saprai, aprire un Temporary Shop (alias Pop-Up shop) è principalmente un’attività di marketing non convenzionale: potrebbe anche essere considerato un evento, in quanto la sua durata corrisponde ad un lasso di tempo predefinito, di solito molto breve (da una settimana a qualche mese). L’obiettivo è fare in modo che il brand resti impresso nella testa dei potenziali consumatori, attirare la loro attenzione, farli sentire coinvolti diventando portavoce del vostro marchio.

Il Temporary Shop è qualcosa di esclusivo, un’idea coinvolgente, basata su una strategia di comunicazione efficace. Per essere attuata però bisogna avviare un iter burocratico simile ai negozi fisici tradizionali. Ecco qui qualche consiglio per affrontarlo al meglio.

Burocrazia

Informati sulle leggi, fai in modo di mettere sempre tutto nero su bianco. Per qualsiasi dubbio puoi rivolgerti a Storefront! Il nostro team sarà certamente in grado di aiutarti. Innanzitutto è necessario richiedere la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune in cui hai deciso di aprire il Temporary Shop, avere una partita Iva, iscriverti al Registro delle Imprese alla Camera di Commercio e al settore “Commercianti” dell’Inps.

Affitto

Come ti abbiamo consigliato in precedenza, invece di acquistare lo spazio del tuo Pop-up, dovresti affittarlo. Che tipo di contratto potrebbe esserti utile? Potresti pensare, ad esempio, ad un contratto di locazione di tipo transitorio, utile per affittare locali per un periodo breve. Il contratto deve contenere:

  • il richiamo alla formula del Temporary Shop, l’esclusione dell’obbligo di corrispondere l’indennità nel caso non venisse avviata l’opera (Legge num. 392 del 1978, art. 35)
  • l’esclusione del diritto di prelazione e il correlato diritto di riscatto e diritto di prelazione in caso di una nuova locazione (Legge num. 392 del 1978, art. 35 e 41)
  • l’esclusione del rinnovo ad opera (Legge num. 392 del 1978, art. 28).

La somma dell’affitto dipende da cosa decideranno l’affittuario e il proprietario, e può essere decisa forfettariamente per tutta la durata del contratto.

Costi

I costi di apertura del tuo Temporary Shop saranno veramente esigui. Dove, se puoi, dovresti pensare di investire qualcosa è una campagna di comunicazione: abbiamo sottolineato più volte la necessità di una pubblicità efficace, mirata a far comprendere il prodotto ed entrare nella testa dei consumer. Una buona parte del tuo budget quindi, potrebbe essere destinato proprio a questa attività. Infine, considera la spesa per l’allestimento dello spazio e delle vetrine, che saranno il tuo biglietto da visita peri passanti: più invitanti sono, più le tue probabilità di avere un negozio affollato aumentano.

Che ne dici? Aprire un Temporary Shop è sicuramente un’avventura entusiasmante e una grande opportunità per ampliare il tuo giro di business e clienti.

Rohan Singh
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